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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Centro storico / Piazza XX Settembre

Inaugurato "Capolavoro per Lecco": protagonista il genio di Michelangelo

In mostra a Palazzo delle paure anche una tela del Vermiglio e le copie in bronzo delle formelle di Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti. "Uno sguardo nuovo sul mistero del Natale"

Il genio di Michelangelo protagonista di "Capolavoro per Lecco 2023". L'evento espositivo è stato inaugurato martedì 5 dicembre a Palazzo delle paure, in piazza XX Settembre, e resterà aperto al pubblico fino a domenica 3 marzo rendendo nuovamente la città del Manzoni una capitale della cultura dopo il successo del Festival Treccani dedicato alla lingua italiana. “Il mistero del Padre. Il segno di Michelangelo” è il titolo della mostra che presenta il disegno del Sacrificio di Isacco, realizzato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1530, il dipinto di Giuseppe Vermiglio Sacrificio di Isacco e le copie in bronzo delle due formelle a rilievo create nel 1401 da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti del medesimo soggetto.

Cuore dell'evento sarà quest’anno la riflessione sul tema della centralità della paternità di Dio nel Natale. "Proponiamo uno sguardo nuovo sul mistero del Natale - afferma monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco e presidente dell’associazione culturale Madonna del Rosario - Se infatti da sempre si tende a valorizzare nel mistero della nascita di Gesù la dimensione della maternità, si rischia di sottacere la figura del Padre, che invece è protagonista nel mistero dell’incarnazione".

La riflessione prende spunto da un soggetto - il Sacrificio di Isacco (Genesi 22) - che fa da ponte di collegamento tra il mistero del Natale e il mistero della Pasqua: Gesù Cristo che nasce a Betlemme è il nuovo Isacco. Anche in termini artistici la vicenda di Abramo e di suo figlio Isacco è occasione pressoché unica di raffigurare un evento "contro natura" - il padre che accetta di sacrificare il figlio per volere di Dio - scongiurato dall’intervento di Dio stesso solo un istante prima della catastrofe. I drammi del padre e quello del figlio nell’interpretazione artistica si traducono in un groviglio di emozioni fortissime che si dipanano con i tempi dati dalla narrazione biblica.

Monsignor Davide Milani, Mauro Gattinoni e Cristina Acidini.

"Anche quest’anno Capolavoro per Lecco ci offre l’occasione di una riflessione personale e comunitaria su un tema di grandissimo valore e straordinaria attualità, quale è quello della paternità - sottolineano il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e l'assessore alla cultura Simona Piazza - E lo fa a partire dall’opera di uno dei più grandi artisti protagonisti del Rinascimento italiano, dando vita così ad un evento espositivo capace di dare lustro e visibilità alla nostra città. Il comune di Lecco apre nuovamente le sue porte all’arte e al suo ampio carico di significati: Palazzo delle Paure diventa centro dell’incontro, del dialogo, dello scambio nel segno del Buonarroti”.

Il capolavoro 2023: il disegno del Sacrificio di Isacco di Michelangelo Buonarroti

Il capolavoro protagonista dell’esposizione è infatti lo straordinario disegno del Sacrificio di Isacco, realizzato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1530, apparso un’unica volta in mostra dopo il restauro del 2017 che ha permesso di ritrovare l’immagine delineata dall’artista sul verso del foglio. Il capolavoro è custodito presso la Fondazione Casa Buonarroti, che - così come lo scorso anno era stato per i Musei Vaticani con il Beato Angelico - è partner di questa edizione di Capolavoro per Lecco, grazie alla preziosa disponibilità e collaborazione della Presidente Cristina Acidini e del Direttore Alessandro Cecchi. Il foglio autografo di Michelangelo parte dai precedenti rinascimentali - in particolare dal Sacrificio di Isacco scolpito da Donatello per l’opera del Duomo di Firenze - e ne amplifica la portata drammatica sia attraverso il serrato dialogo tra Abramo e l’angelo sia per mezzo della torsione dei corpi. L’opera, databile intorno al 1530, rivela una fase matura dell’attività del grande artista e sembra preannunciare il movimento tormentato del Giudizio finale nella Cappella Sistina.

Michelangelo Il sacrificio di Isacco, particolare.

Il tratto avvolgente del disegno, pienamente leggibile nonostante qualche ripasso più tardo, rivela l’intrinseca qualità del segno creativo di Michelangelo. Il foglio michelangiolesco, inoltre, risulta particolarmente importante per la presenza di un’immagine dello stesso soggetto sul verso, che solo il restauro ha permesso di ritrovare, quando nel 2017 è stato rimosso il controfondo che lo nascondeva. Il disegno scoperto sul verso è un rapido e potente schizzo a matita nera realizzato dall’artista “girando il foglio” e, attraverso l’osservazione ravvicinata di entrambe le facce, sarà possibile leggere il succedersi dei due disegni. L’immagine del Sacrificio d’Isacco non risulta essere uno studio propedeutico per la realizzazione di opere con tale soggetto, ma ciò non impedì allo schema iconografico michelangiolesco, probabilmente apprezzato per il suo potenziale drammatico, di venire ripreso dagli artisti successivi.

Le altre opere in mostra

In mostra accompagnano il disegno di Michelangelo altre tre opere di analogo soggetto: la seicentesca tela del “Sacrificio di Isacco” dipinta da Giuseppe Vermiglio e le copie in bronzo delle due formelle a rilievo create nel 1401 da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti. Le copie delle due formelle, con cui i due massimi artefici del primo Rinascimento fiorentino parteciparono al concorso indetto dall’Arte della Seta o di Calimala per affidare la realizzazione della porta nord del Battistero, esemplificano la varietà di soluzioni figurative che gli artisti seppero trarre dalla sostanziale fissità e inalterabilità del tema dato. È proprio con quel concorso in apertura del XV secolo che si fa iniziare il primo Rinascimento fiorentino.

Un'immagine dell'allestimento 2023.

Dunque tali opere rappresentano il punto di origine, ma anche la soglia da oltrepassare da parte dello stesso Michelangelo. Per mezzo delle due repliche esposte in mostra i visitatori potranno cogliere le differenze dei due artisti nella dinamica dei gesti decisivi compiuti dai personaggi. Per il Ghiberti la fluida danza delle forme squisite media e riassorbe l’orrore; per il Brunelleschi la narrazione assume toni concitati grazie alla ritmica angolosa e spezzata della formella. In questa seconda opera, infatti, è presente un nodo di mani che stringono e fermano, trasmettendo forti cariche emotive e rendendo palesi i sentimenti con un’eloquenza didascalica e perfino un po’ plebea, che solo Caravaggio oserà replicare.

Infine in mostra è presente anche una delle tele raffiguranti il Sacrificio di Isacco del pittore milanese Giuseppe Vermiglio, artista ammirato dallo stesso Roberto Longhi come “uno dei più sinceramente caravaggeschi” tra quelli presenti a Roma nei primi anni del Seicento. Ma se in quelle prime variazioni sul tema del Sacrificio di Isacco il Vermiglio rivela una stretta dipendenza dai modelli del Merisi, nei dipinti di analogo soggetto databili agli anni Venti del Seicento, quando il Vermiglio ritorna a Milano, il pittore elabora invece una concezione compositiva di sapore classicistico. 

Un percorso espositivo coinvolgente

L’allestimento dell’evento espositivo è stato progettato da Susanna De Maron, Laura Polo d’Ambrosio e Giorgio Melesi per accompagnare il visitatore all’opera attraverso un percorso sviluppato nel cromatismo dello spazio espositivo. Una traccia che nei diversi “incontri” introduce da subito all’opera di Michelangelo; un “insieme” di colore (la lacca di garanza, colore che è stato scelto per esprimere la passione e l’inquietudine spirituale dell’uomo Michelangelo) solcato dalla sola luce che orienta l’incedere. Il percorso guida il visitatore alla progressiva scoperta delle opere e lo accompagna ad una graduale immersione nella riflessione sul tema proposto, alternando momenti di racconto da parte dei ragazzi, ad altri di approfondimento e di contemplazione personale.

"Fondamentale nella progettazione del percorso è stato l’incontro diretto con l’opera che abbiamo visto e vissuto come atto creativo dato alla nostra vita - spiegano i responsabili del progetto - Abbiamo cercato di custodire e costruire tale esperienza nella mostra che si snoda lungo due sentieri tra loro intrecciati: il tema della paternità e la genesi della forma. L’atto creativo è inteso dal grande artista come un atto generativo e, pertanto, esiste una affinità tra l’arte e l’operazione creatrice. L’atto generativo dell’artista nei confronti dell’opera si intreccia in mostra con la possibilità data ad ogni visitatore di sperimentare la genesi di una
forma. L’incontro con il disegno di Michelangelo avviene attraverso un’esperienza personale e coinvolgente dal punto di vista sensoriale".

La folla presente all'inaugurazione.

Il percorso offre infatti una dimensione tattile, ciò è permesso dal fatto di avere in mostra delle moderne fusioni – realizzate nel 2013 – delle due formelle ideate dal Ghiberti e dal Brunelleschi con il Sacrificio di Isacco per il concorso del 1401 per la porta del Battistero di Firenze. "Il percorso permette, inoltre, di seguire anche una traccia percettiva costruita dalla luce e dal colore attraverso l’espressiva opera seicentesca di Giuseppe Vermiglio. In questo modo il tema del Sacrificio di Isacco, esperito da prospettive  differenti, conduce all’incontro coinvolgente con il disegno".

La dimensione tattile e "DescriVedendo" Michelangelo

Il percorso inizia con un filmato - realizzato da Marco Boldrini (Zetalab) e Sarah Dominique Orlandi (Creando Idee e strategie per la cultura) - che introduce al “viaggio” proposto ai visitatori: "Il segno artistico non mostra quello che il desiderio vorrebbe trovare, mostra la ricerca che ne documenta l’esistenza. Per tale motivo un filmato è posto come orizzonte verso cui alzare lo sguardo all’inizio della mostra. L’intenzione non è quella di comprendere il disegno esposto, dominandolo in tutta la sua interezza, bensì quella di suggerire un atteggiamento di fronte al mistero che è l’opera d’arte".

L’evento espositivo vede anche attivo il progetto "DescriVedendo Michelangelo per il Capolavoro per Lecco", che nasce dalla collaborazione con l’Associazione nazionale Subvedenti, che prevede il ricorso in mostra della scheda validata dall'Associazione stessa per la descrizione del disegno di Michelangelo. Non mancano spazi destinati ai laboratori riservati ai visitatori più piccoli, che saranno introdotti alla scoperta di una possibile espressività attraverso una diretta manipolazione della creta. L'ideazione del percorso espositivo è dello Studio di Architettura Melesi, realizzato da PK Studio.

Il ruolo dei giovani, protagonisti di “Capolavoro”

Anche quest’anno, infine, il progetto Capolavoro per Lecco si caratterizza per il coinvolgimento, attraverso un’esperienza formativa, di oltre 150 studenti di tutte le scuole superiori del territorio di Lecco in un contesto di cittadinanza attiva e di percorso di cto. Si tratta di un’esperienza - realizzata in collaborazione con l’Ufficio scolastico territoriale di Lecco - che chiede ai ragazzi di mettersi direttamente in gioco nella valorizzazione e comunicazione del patrimonio comune, considerato bene prezioso, con quattro possibili attività: accoglienza e custodia, accoglienza e guida, comunicazione digitale, espressione artistica. Il valore orientativo dell’esperienza sarà l’incontro degli studenti con gli esperti coinvolti nel progetto. I ragazzi coinvolti nell’esperienza di espressività artistico-teatrale saranno guidati dall'attore Matteo Bonanni.

Il percorso di Pcto che si svolge nell'ambito del progetto "Cultura è partecipazione. La sfida per i giovani del lecchese", realizzato da associazione culturale Madonna del Rosario con fondazione Ente dello spettacolo con il contributo del bando “Emblematici provinciali”, promosso da fondazione Cariplo in collaborazione con Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus, è finalizzato a coinvolgere i giovani nella programmazione culturale del territorio lecchese. In particolare ai giovani, coordinati da un team di professionisti guidati da Lorenzo Colombo e Fabrizio Caligiuri, sarà chiesto di approfondire le tecniche di narrazione attraverso i social media e sarà affidato il racconto dei diversi aspetti di questa esperienza comunitaria per mezzo dei canali social del progetto. In mostra, il gruppo più numeroso di studenti che hanno aderito al Pcto, formati e coordinati da Susanna De Maron e Laura Polo D'Ambrosio, accoglieranno i visitatori, li guideranno nell'esperienza immersiva che è proposta, forniranno informazioni, animeranno i laboratori dei più piccoli, collaboreranno con gli altri adulti volontari presenti e con gli studenti di Aspoc College in stage.

La comunicazione e il gruppo di lavoro

La comunicazione di “Capolavoro per Lecco” è stata seguita nei suoi diversi aspetti dall’agenzia Welcome di Bergamo, che si è occupata sia della progettazione del key visual che della sua declinazione nei diversi strumenti di comunicazione. Di Welcome è anche il progetto grafico ed editoriale del ricco catalogo della mostra su 108 pagine) ed ospita, dopo gli interventi di Davide Milani, Mauro Gattinoni e Simona Piazza - saggi di Cristina Acidini (presidente della fondazione Casa Buonarroti, Firenze), Alessandro Cecchi (direttore fondazione Casa Buonarroti, Firenze), Francesco Frangi (storico dell’arte), Maria Silvia Proni (curatrice della collezione Gastaldi Rotelli), Giorgio Cortella, don Isacco Pagani (biblista), Vittorino Andreoli (psichiatra), dei curatori Susanna De Maron, Laura Polo d’Ambrosio e Giorgio Melesi e di Marco Boldrini e Sarah Dominique Orlandi. Il catalogo è in vendita al prezzo di Euro 25. Il progetto è coordinato da un gruppo di lavoro di cui fanno parte, oltre al presidente dell’associazione Madonna del Rosario, anche Giorgio Cortella, Angela D’Arrigo, Susanna De Maron, Giancarlo Ferrario, Rosita Forcellini, Mario Galli, Laura Polo D’Ambrosio e Giorgio Melesi.

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