Quello storico santuario e l'appello per una mostra a 400 anni dal miracolo

"Intorno al 1613 una piena del fiume Meria andò miracolosamente a depositare intatto un sacco di grano dei poveri di Molina davanti a una cappelletta verso la località Molini. Dopo alcuni fatti miracolosi tra il 1625 e il 1632 venne costruito l'oratorio dell'Assunta". Scrive così nel suo libro Il lago di Lecco e le sue valli, Angelo Borghi sulle origini del Santuario della Beata Vergine del Fiume a Mandello del Lario. Il sacro edificio concepito nella sua costruzione a ottagono si fregia al suo interno di decorazioni a stucco e dipinti.

Inoltre un organo del 1600 di scuola Prati recentemente ed interamente restaurato, arricchisce il patrimonio storico artistico della chiesa. "1624-2024, 400 anni dal miracolo. Hai qualche ricordo legato al Santuario della Beata Vergine del Fiume di Mandello?" è l'accorato invito del Museo d'arte sacra, della diocesi di Como, teso a ricostruire con immagini e testimonianze di ogni genere il passato di questo luogo di fede e devozione sorto a seguito del ritrovamento della sacra immagine.

Foto e materiali dedicati al santuario serviranno per allestire una mostra

Ricercando vecchie fotografie abbiamo ritrovato un'istantanea che ritrae i coetanei di Mandello e paesi limitrofi appartenenti alla classe 1923, all'epoca convenuti per la messa celebrata all'interno del Santuario. Sull'antistante sagrato la classica reunion di gruppo a precedere la successiva parte ludica del pranzo o della cena dei coscritti. Questo potrebbe essere l'inizio della raccolta auspicata, promossa dalla diocesi guidata dal vescovo, cardinale Oscar Cantoni.

Il materiale documentale potrà essere recapitato negli appositi contenitori all'ingresso del santuario o al museo d'arte sacra di piazza Giovanni XXIII a Mandello, oppure inviato a beniartisticicomo@gmail.com entro il 31 maggio. Quanto pervenuto sarà oggetto di una mostra allestita nel mese di settembre nell'ambito di un evento interamente dedicato all'anniversario e alla sua storia.

(Si ringrazia Alberto Bottani per la collaborazione)