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"Area campeggio, Fasoli e la maggioranza non sono più credibili"

Dopo la sospensione dei lavori per le opportune verifiche il nuovo affondo di Casa Comune. Depositato l'esposto in Procura

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

Fasoli e la maggioranza sapevano da tempo che le cose stavano così e che lì era stato compiuto - nella migliore delle ipotesi, il che è tutto dire - un errore macroscopico e grave di procedura ammnistrativa.

Già la nostra comunicazione del 4 aprile 2023 indirizzata agli enti sovracomunali (Provincia, Autorità di Bacino e Prefettura) e anche al sindaco sollevava il dubbio sulla regolarità dell'iter amministrativo paesaggistico. E in quell'occasione, ricevuta la nostra lettera, Fasoli si era persino risentito con la nostra Capogruppo consiliare per aver osato mettere in dubbio la correttezza delle cose fatte, anziché cogliere quella segnalazione come un'occasione per fare chiarezza al proprio interno e andare a verificare tutti gli aspetti di interesse. Quindi parliamo di tre mesi fa, intanto! Non di una settimana fa.

Poi, il 1 giugno 2023 Regione scrive al Comune (Ufficio tecnico e sindaco) una nota tecnica articolata e completa che invita a chiarire lo stesso iter di rilascio dell'autorizzazione paesaggistica e, tra le varie considerazioni significative, sottolinea la competenza provinciale nel caso il progetto riguardasse anche solo parzialmente aree demaniali, in forza dell'art. 80, 4 comma lettera c) della legge regionale 12/2005.

Ancora: la Provincia di Lecco con lettera del 28 giugno 2023 risolve la questione sulla regolarità o meno dell'iter autorizzativo paesaggistico - alla luce anche della nostra segnalazione dell'aprile scorso - dichiarando la sua esclusiva competenza in materia sulla scorta anche della lettera di Regione e negando così validità alle autorizzazioni paesaggistiche comunali rilasciate sinora. Non solo, e qui sta un punto aggravante della posizione di Fasoli e i suoi: richiama i numerosi incontri intervenuti nei suoi uffici col sindaco, il segretario comunale e il responsabile dell'Ufficio tecnico. Incontri durante i quali avrà sicuramente fatto presente ciò che avrebbe poi scritto, cioè che non è stata rilasciata autorizzazione paesaggistica provinciale e che quella comunale è nulla, non valida.

Ora: gli errori si possono commettere, lo sappiamo, soprattutto in materie non semplici come queste. 

Ma c'è un ma…

Una volta che l'errore è emerso lo si deve ammettere e affrontare, una volta che Regione e Provincia si esprimono con quella chiarezza non si possono ignorare bellamente come è stato fatto, con un atteggiamento che rasenta il disprezzo istituzionale... disprezzo che noi, di Casa Comune, per primi abbiamo subìto dipingendoci come degli inutili e pedanti scocciatori e non come una minoranza che democraticamente e in modo trasparente svolge il suo ruolo in consiglio comunale e dentro la comunità.

Qui, la questione gravissima, in aggiunta a quella tecnica e paesaggistica (tutto quell'intervento resta ambientalmente atroce comunque e in ogni caso), è etica e di credibilità politica pubblica: l'aver negato la verità alla cittadinanza, l'aver sostenuto che tutto era a posto e corretto, l'essersi sottratti alla comunicazione pubblica sul caso, l'aver fatto finta di niente per mesi. 

Avere, in sostanza, mentito pubblicamente sino a quando - messi alle strette - il sindaco e la sua maggioranza non sono stati costretti a dire realmente come stavano le cose e ad assumere gli atti conseguenti. Solo quando non hanno più avuto vie di fuga dalla verità... ma è possibile?

Ci chiediamo però, con amarezza, e lo chiediamo a tutti i cittadini e le istituzioni del territorio: se non ci fossimo stati in campo noi con la continua attenzione e denuncia dei fatti, cosa sarebbe successo? La verità sarebbe mai emersa?

Detto questo: indipendentemente da come si risolverà e se si risolverà la questione tecnica e amministrativa crediamo che Fasoli e la sua maggioranza non siano più credibili nei ruoli che occupano, ruoli istituzionali, pubblici che richiedono serietà. Con questa vicenda di verità negate e taciute all'intera comunità mandellese hanno davvero passato il segno. Chi potrà più credere, davvero, a quello che dicono pubblicamente d'ora innanzi? L'art. 54 della Costituzione italiana sancisce un principio ineludibile, al suo secondo comma:

"I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore...". Non pare proprio che questo sia avvenuto da parte di Fasoli e dell'intera sua maggioranza (espressione della lista civica Il Paese di Tutti). Non vi è sicuramente stata alcuna 'disciplina' e non è mai drammaticamente pervenuto 'l'onore'...

Depositato l'esposto in Procura

In data odierna, come anticipato nei giorni scorsi, abbiamo depositato esposto presso la Procura della Repubblica di Lecco in ordine al cosiddetto intervento di “rigenerazione urbana” in corso, di cui ieri abbiamo avuto notizia di avvenuta sospensione dei lavori ad opera del Comune, come peraltro da noi richiesto con preoccupata insistenza, da tempo.

I temi centrali su cui verte l'esposto sono: la mancata osservanza delle norme di legge in materia urbanistico-edilizia, la mancata tutela dell'interesse pubblico e il danno ambientale. Sul tema del danno ambientale, in particolare, ci risulterebbe - dagli approfondimenti effettuati - che l'area a lago è ancora qualificata come “verde privato tutelato” dal vigente Piano di Governo del territorio. Quindi, se dovesse essere confermata questa qualifica, il danno per il territorio, per il paesaggio e per la collettività sarebbe enorme perché in quell'area è assolutamente vietato inserire nuove costruzioni. Di conseguenza, la costruzione a lago risulterebbe illegittimamente autorizzata.

L'esposto viene inoltrato anche alla Corte dei Conti - Sezione Lombardia Milano, all'Autorità nazionale anticorruzione, alla Soprintendenza dei beni architettonici di Milano, alla Prefettura di Lecco per le tutte le eventuali valutazioni di loro competenza.

Nel frattempo, rimarremo sempre vigili e attenti su quanto avverrà d'ora innanzi, alla luce della sospensione dei lavori, saputa solo ieri. Sarà importante capire cosa faranno il sindaco e la sua maggioranza: noi continuiamo a sostenere, da tempo, che debba essere avviato un procedimento amministrativo in autotutela da parte del Comune, a causa della mancanza della necessaria ed esclusiva autorizzazione paesaggistica provinciale (quelle comunali rilasciate non sono valide). 

Seguiremo, passo dopo passo, ogni movimento di Fasoli e i suoi, pronti a fare la nostra parte per informare la comunità e tutelare il paese perché resta gravissimo il loro ritardo nell'assumere provvedimenti e cosa ancora peggiore l'aver continuato a sostenere e a dire pubblicamente alla comunità, alle istituzioni del territorio, che tutto era a posto e regolare sapendo che si trattava di una menzogna.

Il Gruppo politico e consiliare di Casa Comune

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